Report AIFA sulle reazioni avverse da vaccino, più colpite donne e giovani
Oggi l’AIFA ha pubblicato i dati aggiornati relativi alle reazioni avverse da vaccino. Il report è interessante e vi invito a consultarlo.
Il report inizia con questa dichiarazione: “Nessun prodotto medicinale può essere mai considerato esente da rischi. Ognuno di noi, quando decide di servirsi di un farmaco o di sottoporsi a una v4cc!n4z10n3, dovrebbe avere presente che quello che sta facendo è bilanciare i benefici con i rischi.”
Informarsi dunque è nostro dovere.
Il report fornisce dati interessanti: in due mesi, su circa 4,1 milioni di dosi somministrate, sono stati registrati oltre 30.000 eventi avversi. Di questi, il 6,1% (cioè 1830) sono quelli gravi (cioè che hanno richiesto il ricovero) e circa lo 0,3% sono relativi ad eventi come morte e pericolo di vita. In due mesi, in Italia, sono morte a seguito di reazioni avverse 40 persone. L’AIFA comunque esclude (non è chiaro su quali basi) la correlazione tra il vaccino e questi decessi.
I dati mostrano un’incidenza decisamente maggiore delle reazioni avverse sulle donne, (77%) e sulla popolazione con meno di 60 anni. L’età media delle segnalazione è infatti 46 anni, mentre sembrerebbe molto bassa la reattività delle persone più anziane.
Le principali reazioni avverse, anche gravi, sono quelle nella sede della somministrazione e quelle a carico del sistema nervoso o del sistema muscolare o scheletrico.
Ritengo che la divulgazione del report di AIFA sia importante.
Affinché – come auspicato dalla stessa agenzia – chi decide di vaccinarsi possa avere chiaro se in questa scelta i benefici che può trarne superano i rischi. Va considerato che il report è stilato sulla base dell’attività di vigilanza passiva, cioè delle sole dichiarazioni sulle reazioni avverse spontanee dei vaccinati, in quanto non esiste un servizio di vigilanza attiva, che sarebbe stato decisamente auspicabile, vista la somministrazione di farmaci sperimentali, autorizzati anzitempo per ragioni di emergenza. Sarebbero state opportune delle specifiche attività di monitoraggio, anche tramite semplici questionari. Quindi questi dati risultano obiettivamente parziali. Ciononostante, si evince un’incidenza di reazioni gravi altissima, mai riscontrata sino a oggi per qualsiasi altro farmaco in commercio.
Altro elemento significativo, riscontrabile esaminando i dati di EUDRAVIGILANZA, è che casi gravi che confluiscono nella banca dati europea si verificano per la maggior parte nei Paesi al di fuori dello Spazio Economico Europeo (Pfizer 12.197 EEA su 27.658; Moderna 383 EEA su 2.241; Astrazeneca 1.947 EEA su 15.594) al contrario dei casi classificati non gravi che vengono riportati per la maggior parte nei Paesi EEA (per i farmaci Moderna e Astrazeneca rappresentano la quasi totalità dei casi classificati non gravi). Il dato è certamente anomalo, e probablimente conferma la sottostima delle reazioni avverse da vaccinazione in Europa, dovute verosimilmente all’assenza di vigilanza attiva.