LE R.S.A. RICONOSCONO LE PROPRIE DIFFICOLTA’ A SALVARE GLI ANZIANI DURANTE LA PANDEMIA COVID

24 Nov 2021|Covid-19|

Sono molti i presidenti e i direttori di R.S.A. ed Asp del Friuli Venezia Giulia ad ammettere che dallo scoppio della Pandemia Covid-19 ad oggi sono deceduti tantissimi anziani nelle case di riposo senza che fossero in grado di fare nulla per salvare le loro vite. Lo stesso presidente dell’ordine dei medici di Udine, Gian Luigi Tiberio e il presidente dell’Aiop Fvg, Salvatore Guarneri, dichiarano l’inadeguatezza delle case di riposo per gestire un focolaio di Covid al proprio interno.

Insomma, moltissimi anziani sono stati abbandonati al loro destino e lasciati morire con un comportamento molto simile a quello del noto comandante Schettino. L’epidemia di Covid-19 ha fatto emergere criticità consolidate che già da anni caratterizzavano il settore sociosanitario italiano ed in particolare della Regione Fvg. Da marzo 2020 le Residenze Sanitarie per Anziani (R.S.A.) sono diventate protagoniste delle prime pagine della stampa nazionale. elocale e dei più disparati approfondimenti giornalistici, a causa dell’elevato impatto in termini di contagi e decessi causati dal Covid-19, che ha colpito principalmente gli anziani ivi ospitati oltre che il personale, in particolar modo sanitario e socio assistenziale, impiegato all’interno delle stesse.

In un contesto nazionale e regionale di frammentazione del sistema sociosanitario, caratterizzato da persistenti difficoltà di comunicazione tra quest’ultimo e il sistema sanitario, è possibile affermare che le R.S.A. sono state sostanzialmente dimenticate, soprattutto nella prima fase dell’emergenza pandemica, così come ben evidenziato nel 7° rapporto 2020/2021 2L’assistenza agli Anziani non autosufficienti in Italia – punto di non ritorno”, promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani (2021). Problemi dalle radici profonde, che si inseriscono in un contesto caratterizzato da precise criticità che testimoniano una crisi del settore emersa in modo ancor più evidente nel corso del 2020 e che lo stesso rapporto declina in 4 punti ben precisi:

– La frammentazione tra i nodi delle rete del settore sociosanitario: le R.S.A. sono rimaste sole nel corso delle prime fasi della pandemia, nella prevenzione dei contagi e nella gestione degli anziani contagiati, in quanto completamente scollegate dalla rete ospedaliera e dalla rete territoriale.

– Una sproporzione dell’attenzione dei policy maker sulla rete sanitaria rispetto a quella sociosanitaria, concretizzatasi durante l’epidemia attraverso, ad esempio, priorità di distribuzione ai presidi ospedalieri degli scarsi Dispositivi di Protezione Individuale e altri presidi di fondamentale importanza per la gestione dei casi, a discapito delle R.S.A. Un ulteriore esempio significativo è dato dall’attività di screening tramite tamponi a personale ed ospiti, per lungo tempo non applicata sistematicamente e senza criteri territorialmente omogenei alle R.S.A. da parte delle Aziende per i Servizi Sanitari Locali, impedendo di fatto concrete azioni di prevenzione della diffusione del contagio e di avere un quadro chiaro dei contagi avvenuti o in corso, oltre che dell’andamento di guarigioni e decessi. E’ pertanto risultato pressocchè impossibile governare questo settore in assenza di un’attività strutturata e svolta in tempo reale di raccolta dati ed in assenza di sitemi informativi in grado di elaborare i dati stessi.

– La gestione dei fattori produttivi, in particolare personale infermieristico ed assistenziale (OSS) è risultata particolarmente impegnativa per molte R.S.A. durante la grestione dell’emergenza Covid-19. Il personale sanitario e socio sanitario si è
rivelato una risorsa scarsa, non solo a causa delle assenze provocate dai numerosi contagi di operatori avvenuti nelle strutture, ma anche per le difficoltà di formazione (in particolare sanitaria) nei ridottissimi tempi imposti dalla pandemia, oltre che a seguito di una vera e propria azione di reclutamento di infermieri ed OSS da parte delle Aziende per i Servizi sanitari della Regione, più attrattive rispetto alle R.S.A. sia in termini di motivazione professionale che di natura economica.

– Incertezza del ruolo del settore socio sanitario e delle R.DS.A. all’interno del sistema e vocazione dei servizi. Durante la pandemia le R.S.A. si sono trasformate, in presenza di contagi, in veri e propri reparti sanitari Covid-19 nonostante la maggior parte fossero prive di figure professionali specialistiche, presenti invece nel settore ospedaliero e sanitario territoriale. elle R.S.A. della Regione FVG l’assistenza medica di base (disciplinata dal DPReg 144/2015 oltre che dall’intesa regionale del 3/9/1997) viene erogata dai medici di medicina generale del territorio, con accessi settimanali limitati, interrottisi quasi completamente durante l’emergenza Covid-19. Già da marzo 2020 appaiono evidenti le difficoltà nell’organizzare un’assistenza sanitaria adeguata, con impatti inevitabili in termini di rischio per la salutre degli ospiti(appartenenti alla fascia in assoluto più fragile e più colpita dal Covid-19) e degli operatori stessi.

La pandemia ha enfatizzato l’incertezza della mission delle R.S.A. regionali, settore progettato per occuparsi dei bisogni assistenziali e sociali, sia in tempo di emergenza sanitaria che non, e che ha dimostrato di essere molto spesso orientato a prendere in carico anziani con alta complessità assistenziale, quadri cognitivi compromessi e speranza di vita limitata. Questo è contraddittorio rispetto alle politiche dichiarate e agli standard fissati e ha reso oltremodo difficile rappresentare e valutare le strutture e le politiche dedicate, da parte dei professionisti e dell’opinione pubblica, rendendo quasiasi regolazione degli standard di servizio e tariffe (da anni elementi oggetto di studio da parte della Direzione regionale competenze) priva di ogni realistico ancoraggio empirico.

Il consiglio fornito dai tecnici delle strutture socio sanitarie è chiaro: “non lasciate i vostri anziani in case di riposo durante una forte ondata Covid-19 se siete in grado di gestirli in casa”

Condividi su

Potrebbe anche interessarti