A Catania per ascoltare la richiesta di aiuto delle realtà produttive della provincia
A Catania per ascoltare la richiesta di aiuto delle realtà produttive della provincia
Riaperture, lavoro, cancellazione del coprifuoco e del sistema dei “colori” delle aree Covid. Sono le richieste delle attività produttive siciliane che ho incontrato a Catania nei locali dell’Isfoter, centro studi di Confcommercio. In rappresentanza della Lega, venerdì scorso insieme al Senatore Armando Siri ho incontrato in una “tavola rotonda a rotazione” i rappresentanti di tutte le principali categorie produttive, che si sono avvicendati a stretto giro: ambulanti, ristoratori, wedding planner, balneari, associazioni dilettantistiche sportive ed ancora, rappresentanti del settore agricolo, dei locali da ballo e i giovani imprenditori. Aziende e lavoratori profondamente provati dall’ultimo anno e mezzo di chiusure e lockdown. Categorie che confidano molto nella Lega, da cui si aspettano un’azione decisa al Governo.
Il settore dei wedding planner chiede date certe
Gli organizzatori denunciano nel 2020 la perdita di 10 mila matrimoni per un indotto lavorativo del valore di oltre 300 milioni di euro. Senza date certe per la riapertura dei servizi di catering anche all’interno dei locali, degli eventi senza limiti di persone e senza la certezza di non richiudere nel caso di cambi di colore, non si può fare programmazione. Così il comparto resta condannato ad un’incertezza perenne e letale.
Le discoteche continuano a pagare le tasse pur essendo chiuse
Le discoteche, le attività più penalizzate in assoluto e di cui non si parla nemmeno, continuano a pagare le tasse pur essendo chiuse.
I proprietari dei locali da ballo siciliani raccontanto di aver ricevuto solo miseri ristori. Chi ha avuto 20 mila euro in ristori ne ha spesi 40 mila solo per la tassa sui rifiuti. Una categoria che ha perso tutta la stagione invernale e che ancora spera in quella estiva, nonostante nulla sia previsto con chiarezza per loro sino ad oggi, seppure siano importanti contribuenti dello Stato Italiano.
Manca il capitale umano per le giovani imprese
Questa situazione di mancanza di prospettive produce il più grave danno: la fuga del capitale umano giovane.
I giovani hanno perso fiducia nel territorio siciliano: non ci sono opportunità di lavoro né tantomeno di crescita. Anche le aziende su cui si punta di più nelle intenzioni di governo nazionale ed europeo, quelle che offrono servizi digitali, non trovano sufficiente domanda per sostenere i propri investimenti se attorno non hanno un mondo di imprese produttive. La transizione digitale, a cui tiene tanto l’Europa, nei territori del mezzogiorno in via di spopolamento rischia di essere compromessa dalla scarsità di risorse umane. Possiamo avere connessioni a banda larga a volontà, ma se poi mancano i giovani, che hanno le competenze per fruire dei digital device, non si conclude niente. Bisogna intervenire con delle politiche giovanili ad hoc sostenute da un tessuto commerciale e industriale che funzioni.
Declinazioni diverse di un unico drammatico tema: 14 mesi di non lavoro. Senza un cambio di paradigma che decida di ridare priorità al lavoro ed allo sviluppo economico, la Sicilia perderà ogni speranza e la politica ogni credibilità.