Capire meglio la proteina spike: intervento del prof. Paolo Bellavite
Capire meglio la proteina spike, intervento del prof. Paolo Bellavite in occasione del convegno VAX – QUO VADIS? (10 novembre 2021)
Prof. Paolo Bellavite (Professore di Patologia generale dell’Università di Verona dal 1984 al 2017, medico specializzato in Ematologia, con master in Biotecnologie e diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria ed Epidemiologia, Ricercatore)
Capire meglio la proteina spike
Qui non stiamo parlando di vaccini sì, vaccini no. Qui si sta parlando delle lesioni riscontrate in alcuni soggetti che sono stati sottoposti alla vaccinazione.
La scoperta del meccanismo patologico e anche delle reazioni così come sono nel corpo umano potrebbe addirittura aiutare ad evitare i danni da vaccino.
Le persone “sfortunate” che sono morte dopo i vaccini antinfluenzali erano 7/8 in totale ogni anno, in totale dai 16 ai 14 morti dopo i vaccini, per tutti i vaccini precedenti. E soltanto fino a settembre in Italia ci sono stati 608 casi di morte dopo il vaccino anticovid.
Tutti sanno che rispetto ai morti si fa una analisi della causalità, se c’è un rapporto di causa ed effetto. Finora di questi 608 morti solo 16 sono stati riconosciuti dovuti al vaccino.
Registrazione eventi avversi
Questo è un problema serio che riguarda sia la quantità dei casi, la cui registrazione lascia molto a desiderare, poiché si tratta sempre di segnalazioni spontanee, e sia anche il fatto che si segnalano solo le reazioni che si ritiene essere legate al vaccino. Una dichiarazione del Sottosegretario alla Salute dice che si dovrebbero segnalare gli eventi che il medico sospetta legati al vaccino. Questo è una cosa assolutamente sbagliata. Le regole dicono che bisogna segnalare tutti gli eventi, non solo quelli che si pensa. Perché così molti casi sono sfuggiti.
Quindi il problema è capire bene la differenza che c’è fra questi vaccini e gli altri vaccini. I vaccini tradizionali sono fatti con delle sostanze inattivate.
Per esempio questa (cfr. figura seguente) è la tossina del tetano che viene inattivata mediante la formaldeide e si può usare come vaccino. Si attacca ad un adiuvante, e questo viene iniettato nel corpo, va nel sistema immunitario e provoca una reazione che produce l’immunità. Questo è il sistema tradizionale.
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E questo sistema provoca sostanzialmente una reazione prima di tutto infiammatoria, quindi il dolore, il rossore, il gonfiore, nel punto dove si inietta, e anche qualche volta la febbre, che è segno di infiammazione, non è segno di immunità. Infatti viene nei primi due tre giorni. Poi nel caso in cui ci sia una reazione sbagliata, eccessiva o inappropriata, avremo gli affetti avversi. Quindi l’effetto avverso di un vaccino normalmente è o un eccesso di risposta oppure un fenomeno di deviazione verso l’autoimmunità.
Come agisce l’RNA nei nuovi vaccini
Ora, questi nuovi vaccini hanno un principio di azione diverso. L’RNA messaggero entra nella cellula umana, si libera, attraverso questa vescicola lipidica, e produce la proteina spike. Questo dovrebbe avvenire in teoria nel muscolo deltoide. Poi questa proteina spike, prodotta dal nostro corpo, viene riconosciuta come estranea e produce uno stimolo al sistema immunitario. Il sistema immunitario produce i linfociti specifici e gli anticorpi e quindi avremo le difese antivirus. E fin qua va tutto bene, nella teoria.
Il problema qual è?
Il problema è che questo è vero in parte, ma non è tutto. Perché mentre i vaccini tradizionali usavano delle sostanze inattivate o dei virus uccisi, in questo caso si usano delle sostanze molto simili alla spina del virus. A sinistra vedete la spike del virus e a destra la spike del vaccino.
Sono delle sostanze molto simili alla spina del virus. Perché sono state concepite con l’RNA messaggero di cui i Cinesi ci hanno dato subito la sequenza e gli Americani subito si sono appropriati di questa sequenza per sintetizzare la proteina, che assomiglia a quella dei virus.
Il virus assomiglia al vaccino. Il vaccino assomiglia al virus.
Il virus assomiglia al vaccino. Il vaccino assomiglia al virus. Anche questa sembrerebbe una idea geniale. Però il problema è che noi abbiamo cominciato a capire che questa proteina, sia nel virus, sia nel vaccino, purtroppo è una proteina molto bastarda, perché non è semplicemente un sistema di infezione, come pensavano i primi virologi, quelli della televisione, cioè che il virus attacca con la spina, basta metterci l’anticorpo e il virus non entra più. No, non è così. Intanto perché questi vaccini funzionano fino ad un certo punto. Questa spina non è semplicemente una spina che serve per entrare, è una spina che si attacca a tantissimi altri recettori che ci sono nel nostro corpo. Recettori sono delle molecole sulla superficie delle cellule che recepiscono il messaggio.
Ora è chiaro che la malattia covid è stata capita tardi grazie agli anatomopatologi, che hanno fatto le autopsie e hanno capito che non era una semplice polmonite ma era una malattia vascolare, una malattia del sangue, della coagulazione. Quando il virus riesce a superare le barriere delle mucose, entra dentro il corpo, scatena una reazione vascolare, immunologica, ma anche coagulativa, infiammatoria. Questo è quello che porta alla morte i malati di covid che sono curati tardi e male.
Queste sostanze si comportano come quelle del virus
Iniettando queste sostanze nel nostro corpo, queste sostanze si comportano come quelle del virus, questo è il problema. Innanzitutto si è visto che queste spike prodotte dal corpo si trovano nel sangue, quindi vuol dire che queste spike vanno dappertutto, non stanno nel posticino dove avevano previsto. Vanno dappertutto.
È stato fatto uno studio di biodistribuzione non del vaccino vero e proprio, ma di una particella finta che sembra il vaccino iniettata nei ratti, nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nella milza, nelle ovaie, in tutto il corpo, nel plasma. È assolutamente scandaloso che questi studi di biodistribuzione siano stati fatti male e poco, su tre ratti e due topi e non sono stati verificati neanche dalle autorità. Noi stiamo parlando di un vaccino somministrato a miliardi di persone che è stato provato su tre topi e due ratti, vi rendete conto? Quindi noi siamo ancora incerti sulla biodistribuzione di questi prodotti tecnologici.
La realtà è che queste spike prodotte da una cellula, dipende da quale cellula?
L’EFFETTO PATOGENO DEL VACCINO
L’effetto patogeno del vaccino dipende da quale cellula produrrà queste spike: un conto è se quella del muscolo, un conto se è quella del fegato, un conto se è quella del cuore. Succede che quando si produce la reazione immunitaria, gli anticorpi, i linfociti, attaccheranno quella cellula che sta producendo le spike. Quella cellula sarà attacata dagli anticorpi, dai linfociti, e subirà un attacco che potrebbe anche essere mortale per essa. E quindi di conseguenza l’infiammazione di quell’organo che è stato colpito. Per esempio, una miocardite può essere legata a questi fenomeni, perché appena si formano gli anticorpi, attaccheranno le cellule che stanno producendo la spike.
Se sono le cellule del vaso sanguigno, in particolare dei capillari o delle venule, quindi le superfici dei vasi sanguigni, quindi espongono questa spike, le piastrine che passano in quella zona – hanno anch’esse i recettori per la spike – (è così, i recettori per la spike ce l’hanno anche le piastrine) quelle si eccitano, si stimolano e possono cominciare ad aggregarsi e ad attivare tutti quei sistemi di coagulazione.
Queste spike legano i recettori ACE2. Questo ACE2 a una parte è il recettore della spike, dall’altra è un enzima, che regola la pressione del sangue. Ecco perché anche nella malattia stanno peggio quelli che hanno la pressione alta, perché possono succedere degli sbalzi di pressione notevole. In piccolo, in alcuni soggetti, può succedere anche con il vaccino.
In questo schema si spiega in breve che l’angiotensina 1 e l’angiotensina 7 sono in equilibrio, dovrebbero avere la stessa concentrazione, più o meno. Quando aumenta una, questo enzima ACE2 la sposta dall’altra parte. Certo che se l’ACE2 viene catturata dal virus o dal vaccino e dagli anticorpi, la ACE2 sparisce. A quel punto si sbilancia la pressione verso uno stato di ipertensione a sinistra, infiammazione, coagulazione, e così via dicendo. C’è tutta una serie di complicazioni di genere vascolare.
Se i medici lo sanno, possono prevedere il fenomeno
Se i medici lo sanno, possono prevedere, sia nel malato, sia nel vaccinato, il fenomeno. Questo è dimostrato dal fatto che si può misurare nel plasma una sostanza che si chiama D-dimero. D-dimero vuol dire un pezzettino del fibrinogeno che si è rotto e indica che sta andando troppo veloce la coagulazione del sangue. Non che vi sia trombosi ancora, ma che semplicemente vi è un rischio di sviluppo di trombosi.
Una percentuale che può andare dal 30 al 50% dei soggetti che sono stati inoculati con questi prodotti biotecnologici presentano aumento di questo D-dimero. Anche i soggetti che hanno la malattia Covid. Ma è importante riconoscere che queste cose succedono anche nei vaccinati. Non è che il vaccino sia una medicina meravigliosa e il virus, la malattia, sia una cosa assolutamente disastrosa. Non è il tutto o nulla.
IL VACCINO SOSTANZA ATTIVA NEL NOSTRO ORGANISMO
Non è che il vaccino sia una medicina meravigliosa e il virus, la malattia sia una cosa assolutamente disastrosa. Non è il tutto o nulla. Qui stiamo parlando di un vaccino che può avere delle controindicazioni, delle complicazioni, perché il suo meccanismo d’azione assomiglia in piccolo a quello del covid.
L’esperienza dei vaccini anti-covid ha portato ad una svolta, ad un passo avanti, della vaccinologia, che ha preso coscienza di questo problema, che la sostanza iniettata non è soltanto un antigene estraneo che produce la reazione immunitaria, com’era prima, ma è anche una sostanza attiva che ha un suo modo di comportarsi nel nostro corpo. A breve, a medio e lungo termine noi ancora non sappiamo esattamente.
Il problema esiste e bisogna riconoscerlo.