I diritti inviolabili della persona: ripassiamo il nostro ordinamento dai testi scolastici
La nostra è una Costituzione repubblicana rigida che cristallizza, blindandoli, alcuni diritti della persona, inviolabili e immodificabili. Il diritto alla vita e alla salute, il diritto di istruzione, di lavoro, di associazione, di libera circolazione, di religione, di manifestazione del pensiero e altri diritti fondamentali che non hanno bisogno di essere attribuiti dallo Stato, meno che mai da un QR code legato ad un trattamento sanitario sperimentale, poiché nascono con l’uomo.
Neanche una nuova legge costituzionale potrebbe abrogarli, figuriamoci un DPCM o un Decreto Legge, altrimenti crollerebbe tutto il nostro sistema democratico, frutto delle tragedie del passato e del nobile lavoro dei nostri Padri Costituenti.
A meno che non sia stato proclamato l’eccezionale Stato di Guerra (cfr. art. 78 della Costituzione Italiana, art. 287 del Codice Penale e sentenza 419/2021 del Tribunale di Pisa).
Qualora il ruolo delle opposizioni politiche risulti deficitario, spetta ai cittadini elettori controllare l’operato del Governo e farsi guardiani della Costituzione. A prescindere dal proprio ruolo professionale o istituzionale, poiché siamo tutti cittadini pensanti e con diritto di parola, come dimostratoci virtuosamente dal Vicequestore di Roma, Nunzia Alessandra Schilirò, sul palco di “Contro il green pass, per la Libertà e il futuro” il 25 settembre.
Queste non sono dichiarazioni inopportune in quanto di presunta esclusiva pertinenza di un Magistrato o di una Alta Corte, come contestato dal Governatore della Liguria, Giovanni Toti (cfr. Rai Uno, Oggi è un altro giorno, 27 settembre 2021).
Queste sono ovvie verità giuridiche riportate persino nei manuali scolastici di Diritto o di Educazione Civica (cfr. Paolo e Giorgia Monti in Res publica – Introduzione al diritto e all’economia, Zanichelli 2014 (3a ed.), pp. 100-105, 231-232).
Verità “antiche come le montagne”, direbbe oggi Gandhi.