Il vaccino anti-COVID19 non è efficace e sicuro per tutti: lo studio del prof. Isidoro
Vaccinazione multidose di massa, lockdown e quarantene non possono costituire il protocollo paradigmatico da applicare nella gestione di una pandemia.
La salute collettiva dovrebbe corrispondere, il più possibile, alla somma della salute psicofisica di tutti quanti gli individui, nessuno escluso.
Al fine di prevenire danni morali e biologici anche gravi, il progresso delle tecnologie, nella fattispecie delle biotecnologie omiche e immunogenomiche, andrebbe realmente sfruttato e messo al servizio della salute degli individui e quindi della collettività.
Come? Con una vaccinazione personalizzata e di precisione, che tenga conto dell’anamnesi di ciascun soggetto e di fattori imprescindibili quali l’età, il sesso, la condizione immunologica e l’eventuale predisposizione a sviluppare reazioni avverse, grazie ad un approccio multi-omico nello studio molecolare della cellula e quindi nella profilazione globale del rapporto tra benefici e rischi delle vaccinazioni.
Si impone qui una riflessione di principio sui concetti di precisione e personalizzazione di diagnosi, cure, strategie e interventi sanitari. Una scienza empirica, quale è la medicina, deve fondarsi più su evidenze particolari che su generalizzazioni. Come affermava Ockham, ogni vera conoscenza è conoscenza dell’individuale. Ed è evidente che, essendo gli organismi biologici dei sistemi complessi il cui funzionamento è soggetto ad innumerevoli variabili, le generalizzazioni non sono né efficaci né raccomandabili. Pertanto è perfettamente comprensibile che il criterio da seguire sia “il giusto vaccino, per il giusto paziente, nella giusta dose, al momento giusto”.
Tale principio precauzionale andrebbe applicato soprattutto a tutela di particolari categorie, quali: i pazienti con disfunzioni renali e disturbi della coagulazione; i diabetici; le gravide, la cui risposta immunitaria al vaccino si è dimostrata inferiore a quanto atteso; gli immunodepressi, il cui sistema immunitario è stressato da multiple dosi ravvicinate; i bambini e i guariti.
Ciro Isidoro, Professore Ordinario di Patologia Generale e Immunologia (Università del Piemonte Orientale), ha trattato e approfondito con rigore scientifico questi delicati aspetti nell’autorevole rivista Biomedicines (Ferraresi-Isidoro COVID19 vaccinomics-adversomics-Biomedicines-26-12-2022-highlights consultabile anche in un articolo divulgativo al seguente link.
La lettura è fortemente consigliata ai medici vaccinatori, ai professionisti della salute e a tutti coloro che propagandano la vaccinazione per tutta la popolazione, indipendentemente dall’età e dalle condizioni fisiopatologiche del paziente, sostenendo che i rischi connessi alle plurime vaccinazioni siano un prezzo da pagare per il beneficio di tutti.
a cura di Rosaria Antona e Giorgio Armato
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