Inacettabili censure di Facebook sulle cure al Covid-19 e sul dibattito politico.
La piattaforma Facebook da tempo ha mostrato il suo volto illiberale e repressivo della libera informazione. Le censure facebook da qualche mese, ha messo sotto attacco tutta l’informazione indipendente: la distribuzione dei post su temi politici è stata via via sempre più limitata e, negli ultimi giorni, praticamente ridotta all’osso.
Le segnalazioni
A me personalmente è stato segnalato che i contenuti che ho pubblicato, secondo i controllori del network, hanno “violato ripetutamente gli standard della community”.
Cioè, gli elementi di riflessione che ho offerto ai lettori della mia pagina, hanno generato disturbo per la propaganda pervasiva in cui siamo immersi.
In particolare, un post nel quale commentavo l’intervista ad Enrico Galmozzi dal titolo: “La corsa spasmodica al vaccino non ha senso. Meglio puntare su terapie” è stato rimosso, segnando l’inizio di una ferrea censura.
Successivamente, un altro post in cui riportavo un’intervista al Dott. Bruno Cacopardo, medico e ricercatore di Catania, è costato la sospensione – oltre che del mio profilo con cui ho effettuato la condivisione – anche del profilo di molti utenti che l’hanno condiviso.
L’intervista è stata resa ad un giornale on-line catanese, “L’Urlo”.
Il sinistro avviso
A seguito di queste sospensioni, e avendo io continuato la mia comunicazione libera e corredata da studi scientifici e dati obiettivi di riferimento, ho ricevuto un sinistro avviso di “rischio di sospensione della pagina”.
L’avviso mi comunicava le restrizioni in atto alla distribuzione dei miei post e mi preannunciava sanzioni più gravi.
Ieri ho appreso che tali limitazioni si applicheranno indistintamente a tutti i contenuti politici.
Ho quindi deciso di interrompere l’uso di Facebook per la mia comunicazione e di denunciare il problema al Parlamento Europeo.
Il pericolo delle censure politiche
Un Eurodeputato eletto dai cittadini non può subire censure ideologiche arbitrarie da nessun privato, e una piattaforma social non può improvvisamente e inopinatamente cambiare le proprie politiche in maniera da penalizzare così fortemente la libera informazione, specie dopo che molti soggetti hanno investito per anni in quello strumento.
E ciò vale soprattutto se le limitazioni si applicano principalmente o esclusivamente ai contenuti di natura politica.
Intendo rivendicare il diritto mio e di tutti noi alla libertà di espressione e di pensiero, con ogni mezzo democratico e trasparente.
Quindi su Facebook non mi vedrete per un po’, fino a quando non finirà questa censura vergognosa, finalizzata (dietro improbabili scuse) a mettere il bavaglio a chi fuoriesce dal binario del pensiero unico. Potete continuare a seguirmi su Telegram, Twitter, Instagram e Youtube, e soprattutto su questo blog, che certamente non potrà così facilmente essere censurato.
Restiamo in contatto… e continuiamo insieme a #resistere.