La Covid-19 si cura: lo studio conferma già nel 2020 che vitamina D e vitamina C sono utlili per combattere il virus

18 Gen 2022|Covid-19|

 

La recente sentenza del TAR Lazio evidenzia le responsabilità del governo nazionale e dei protocolli ministeriali circa la mortalità italiana, una delle più alte al mondo, per Covis-19. Eppure le cure ormai generalmente applicate si conoscevano già dal 2020.

Uno studio pubblicato a novembre 2020 sulla rivista medico-scientifica Cureus  accende i riflettori sulla vitamina D e la vitamina C come terapie per prevenire la progressione del Covid-19.

Lo studio ha riguardato i pazienti ricoverati per Covid-19 di sette ospedali della Turchia trattati per 14 giorni con idrossiclorochina, azitromicina, zinco, vitamina D3 e vitamina C. La sperimentazione ha interessato un totale di 237 pazienti ospedalizzati, di età compresa tra 22 e 99 anni. Lo studio infine è stato registrato nel registro degli studi clinici dell’Australia e della Nuova Zelanda con numero ACTRN12620000557932 ed è stato approvato dall’Australian Therapeutic Goods Administration (TGA). (A questo link trovate pubblicato lo studio integrale).

Pazienti carenti di vitamine D con il più alto rischio di ospedalizzazione

Le conclusioni sono chiare. Quasi tutti i pazienti sintomatici e ospedalizzati sono risultati carenti di vitamina D, si parla del 97%. Nello specifico lo studio riporta tali dati: il 55% era gravemente carente di vitamina D (<25 nmol/L); il 42% era carente di vitamina D (<50 nmol/L); il 3% aveva livelli di vitamina D insufficienti (<75 nmol/L) e nessuno aveva livelli di vitamina D ottimali. Questo risultato è in linea con la letteratura internazionale che collega bassi livelli di vitamina D con una maggiore suscettibilità alle infezioni respiratorie sintomatiche, ivi compreso la COVID-19.

La ricerca ha dimostrato una correlazione statisticamente significativa tra i livelli di vitamina D e il ricovero in terapia intensiva. Ad più basso il livello di vitamina D, corrispondeva una maggiore probabilità di essere ricoverato in terapia intensiva. Inoltre, è stata trovata una correlazione statisticamente significativa tra livelli basali di vitamina D più bassi e una degenza ospedaliera più lunga.

Lo studio ha anche chiarito che la vitamina D protegge dagli agenti patogeni, inclusi i virus, attraverso il sistema immunitario innato e adattivo che coinvolge i globuli bianchi e le cellule T.

La vitamina C per curare il Covid

Altrettanto interessante appare l’altra conclusione cui perviene lo studio. La vitamina C si è rivelata decisiva per la ripresa dei pazienti ospedalizzati su cui è stata condotta la sperimentazione. Lo studio sottolinea che la vitamina C IV contribuisce in modo significativo al recupero più rapido. In particolare si legge che “tutti i pazienti tranne uno (99,6%; n = 236/237) si sono completamente ripresi, con vitamina C IV che contribuisce a un guarigione significativamente più rapida (15 giorni anzichè 45 giorni)”. I pazienti oggetto dello studio sono stati trattati con HCQ (idrossiclorochina), zinco, AZM (azitromicina) e vitamina C per via endovenosa.

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