Pina Picerno (PD) attacca Francesca Donato che propone in Europa una inchiesta in Ucraina
Al termine del mio intervento oggi in Plenaria a Strasburgo, l’On. Pina Picierno (PD), che presiedeva la seduta quale vicepresidente, ha irritualmente replicato alle mie parole, con toni assolutamente inadeguati al ruolo che rivestiva.
Ha affermato che “questo Parlamento non può essere un megafono di posizioni inaccettabili” e “non permetto che in quest’aula si sostengano queste tesi”, aggiungendo che “il massacro di Bucha non può essere messo in dubbio” (benché io non l’abbia affatto messo in dubbio, bensì abbia chiesto un’inchiesta per accertarne le responsabilità, a fronte di elementi oggettivi di ambiguità) e sostenendo che la responsabilità russa è innegabile. Infine ha concluso con “questo Parlamento non è equidistante”.
Oggi abbiamo assistito ad una pagina davvero degradante per quella che dovrebbe essere l’istituzione simbolo della democrazia europea: il diritto di intervento e la libertà di espressione di un deputato europeo, nell’esercizio delle sue funzioni, viene negato dal Presidente durante il dibattito in aula, snaturando l’essenza del dibattito stesso.
Davvero una pagina inquietante, oltre che un brutto spettacolo per i cittadini che credono alla democrazia.
Qui il testo dell’intervento:
Grazie Presidente,
Alto Commissario, Colleghi :
le conclusioni del Consiglio europeo in merito alla guerra in Ucraina contengono delle dichiarazioni prive di alcuna efficacia e utilità per raggiungere l’obiettivo che tutti dovremmo perseguire, ovvero la cessazione del conflitto in atto.
Esigere che la Russia si ritiri incondizionatamente consentendo il ripristino della situazione precedente all’ingresso delle proprie truppe sul territorio ucraino, è un puro esercizio verbale, pleonastico e velleitario. Peraltro, l’Ucraina prima del 24 febbraio scorso non era esattamente un Paese pacifico – vista la guerra nel Donbass in corso da 8 anni, e anche lì ci sono stati massacri di civili, donne e bambini, nella nostra indifferenza- né era democratico – viste le misure repressive adottate dal suo governo nei confronti dei cittadini russofoni e delle opposizioni.
In ogni caso, le sanzioni elevate al popolo russo e bielorusso non hanno sortito alcun effetto sullo scenario bellico, mentre hanno innescato una gravissima crisi energetica e ripercussioni nei sistemi industriali, agricoli e alimentari dei Paesi europei. Oggi si sente proporre un embargo totale del gas russo – nei fatti assolutamente insostenibile per la nostra economia – a causa di stragi di civili riferite dal governo ucraino, sulla cui veridicità vi sono molti dubbi. È necessario piuttosto disporre un’inchiesta indipendente in Ucraina per indagare sulla reale dinamica dei fatti e sulle reali responsabilità per le violenze a danno dei civili.
Il sottosegretario generale dell’Onu, parlando al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha riferito sulle denunce di violenza sessuale da parte delle forze ucraine e delle milizie della protezione civile. L’ONU sta verificando queste accuse.
Ulteriori finanziamenti all’industria delle armi, così come ulteriori sanzioni, potranno solo prolungare la guerra, aumentare il conto delle vittime, aggravare la crisi che colpisce oggi un’Europa già debole.
L’Unione europea deve recuperare un ruolo di terzietà e obiettività, individuando un proprio rappresentante che sia super-partes, per facilitare il negoziato ed addivenire alla cessazione delle ostilità, possibile solo tramite una mediazione efficace, che non veda né vinti né vincitori.
I nostri cittadini vogliono un’Europa che promuova la pace e la stabilità, non vogliono finanziare la guerra ed esacerbare una frattura con governi e popolazioni nostre vicine sia geograficamente che culturalmente. Ascoltiamoli!